COME FARE INSACCATI E PRODOTTI CONSERVATI VARI IN CASA : UNA MERAVIGLIA E UNA GRANDE SODDISFAZIONE:

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PREMESSA : POTETE TROVARE DI TUTTO IN COMMERCIO : SALCICCE - SALUMI- AFFUMICATI - ECC. MA FARSELI DA SOLI A CASA E' UN'ALTRA COSA. LE PRIME VOLTE NON VENGONO PROPRIO BENE MA CON LA PAZIENZA PIANO PIANO SI RIESCONO AD OTTENERE PRODOTTI BUONI SE NON OTTIMI.

Panoramica annata 2012/2013.

 

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VEDIAMO LE COSE CHE CI SERVONO :

1) UNA STANZA O UN LOCALE  CHE SI PUO' ADATTARE E "SPORCARE" ,ANCHE UNA CUCINA VA BENE.

2) COLTELLI VARI BEN AFFILATI,FORBICI,AGHI DA CUCIRE (QUELLI PER MATERASSI E STOFFE GREZZE)

3) TAGLIERI DI LEGNO O DI PLASTICA PER ALIMENTI

4) SPAGHI DI CORDA FINI E DI MEDIA GRANDEZZA

5) RETI ELASTICHE PER MACELLERIA

6) SALE,ZUCCHERO,SPEZIE VARIE, (IN PARTICOLARE PEPE - PAPRICA - ERBE AROMATICHE IN POLVERE

7) VINO BIANCO E MARSALA SECCO

8) UN AFFUMICATORE CON LEGNI ED ERBE AROMATICHE

9) UN LOCALE ,UNA STANZA FRESCA,VENTILATA DOVE FAR RIPOSARE ED ASCIUGARE I PRODOTTI

10) GUANTI USA E GETTA ,STRACCI,CARTA A STRAPPO,DISINFETTANTI E RECIPIENTI DOVE LAVORARE E METTERE I PRODOTTI GREZZI,SEMILAVORATI E LAVORATI.

11) Un AFFUMICATORE ( PUO' ESSERE UN CAMINO O UN RECIPIENTE APPOSITO). VI DIRO' COME FARLO.

 

MATERIE PRIME : DI SOLITO SI USANO PRINCIPALMENTE CARNI DI MAIALE, SEGUITE DA CARNI DI MANZO, DI TACCHINO,POLLO,ANATRA,OCA. IN ALCUNE REGIONI SI USANO ANCHE CARNI DI MONTONE.AGNELLO,CAPRA E CACCIAGIONE ( LEPRE,CAPRIOLO,CERVO,CAMOSCIO,CINGHIALE,ECC.)

COMINCIAMO CON LA CARNI DI MAIALE CHE SONO A PORTATA DI TUTTI E DI PREZZO CONTENUTO. PARLEREMO SOLO DI ALCUNE PREPARAZIONI IN QUANTO FACILI. ( CAPOCOLLI - FIOCCHETTI - ARISTE ).

ABBIAMO ESCLUSO VOLUTAMENTE LA PREPARAZIONE DI PROSCIUTTI VERI E PROPRI E CULATELLI IN QUANTO NON FACILI DA PREPARARE E DI COSTO NON MODERATO. ESCLUDIAMO ANCHE TUTTI GLI INSACCATI ( SALCICCE,SALAMI,SOPPRESSATE.COPPE,ECC.) PERCHE' LA LORO PREPARAZIONE E' COMPLESSA E RICHIEDE L'USO DI MACCHINARI SPECIFICI .

 

PROCEDURA :

 

Procurarsi questi specifici pezzi di maiale  dal vostro macellaio o da un supermercato o da un ingrosso di carni senza osso :

 

1) pezzo di arista 

2) pezzo di spalla

3) pezzo di capocollo o (coppa).

 4) filetto

Dai quali alla fine si otterrà rispettivamente :

1) Coppino o lonzino (eccellente salume,saporito e molto magro)

2) Fiocco,noce o fiocchetto di spalla ( salume molto buono,profumato, di forma ovale o rotondeggiante con parti sia esterne che interne di grasso)

3) Coppa o lonza (salume molto noto, profumato,appetitoso con carne e grasso all'interno di forma cilindrica allungata)

4) Filetto stagionato (salume molto magro e delicato che in pratica assomiglia molto al coppino o lonzino).

La differenza stà nella forma stagionata (cilindrico,corto in lunghezza e con diametro di 4/6 cm) rispetto al coppino/lonzino che di solito è sempre di forma più o meno cilindrica,lungo 40/60 cm e di diametro 7/10 cm. Inoltre la differenza tra i due salumi stà anche nella carne che per il filetto è di alta qualità e la più magra dell'intero maiale mentre per il coppino o lonzino l'arista anche se sgrassata rimane sempre abbastanza grassa.

i 4 derivati stagionati dei pezzi di maiale sopra proposti  sono a coppia molto simili, Ossia :

Coppino/lonzino  e filetto = salumi magri quasi privi di grasso interno ed esterno,molto saporiti e profumati con tendenza nel tempo ad indurire e diventare molto salati; In pratica sono delle bresaole!

Coppa/lonza e fiocco/noce di spalla = salumi abbastanza grassi con grasso all'esterno ed all'interno,profumati con tendenza a rimanere stabili nella morbidezza e nel grado di salinità proprio per la presenza del grasso.

lonzino  filetto

Coppino/lonzino                                      Filetto stagionato

fiocco

Coppa o lonza                                 Noce o fiocco di spalla

I pezzi in questione devono essere di un peso che può oscillare tra il kg e  i 2/3 kg.

Per comodità farsi mettere i pezzi sopra nominati dentro l'apposita rete da arrosto così rimarranno belli compatti.

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Fase 2 SALAMOIA di fiocchetti di spalla di maiale.

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LA SALAMOIA SI FA' METTENDO I PRODOTTI DA TRATTARE IN UNA CIOTOLA O RECIPIENTE ADATTO ( DI PLASTICA PER ALIMENTI ,DI TERRACOTTA,DI CERAMICA), MAI DI FERRO O ALLUMINIO O RAME ( VERREBBERO CORROSI DAL SALE ) SECONDO QUESTA PROCEDURA :

sale grosso (20/25 % del peso del pezzo) - zucchero (10/15 % del peso del pezzo) Quindi per 1kg = 200/250 gr di sale grosso e 100/150 gr di zucchero. Pepe e spezie varie a piacere (un paio di cucchiai grandi).

SI METTE SUL FONDO un pò di SALE GROSSO e di zucchero , SI PONGONO I PEZZI E POI  SI RICOPRONO CON il SALE GROSSO e lo zucchero rimanente INSIEME al  PEPE ,ERBE AROMATICHE IN POLVERE.

Lo ZUCCHERO SERVE A RENDERE MENO SALATA LA CARNE ED A DARE UN TOCCO DI DOLCEZZA.

coppe alla salatura 

Salamoia di due coppe.

PERIODO DI SALAMOIA : IN GENERE DUE GIORNI PER KG DI PESO DEL PEZZO. OCCORRE ,ALMENO OGNI DODICI ORE, GIRARE I PEZZI E MASSAGGIARLI DOLCEMENTE CON LE MANI PER OTTENERE UNA BUONA aromatizzazione e SALATURA, accostando la miscela di sale, zucchero e spezie sopra,sotto ed intorno al/ai Pezzi.

PASSATI I GIORNI DOVUTI, SI LAVANO CON UNA MISCELA DI ACQUA TIEPIDA E VINO BIANCO.

SI ASCIUGANO CON UN PANNO PULITO E POI SI PASSA ALLA SPEZIATURA VERA E PROPRIA CON PEPE NERO,AGLIO,POLVERI DI ERBE AROMATICHE.

INFINE SI LEGANO CON SPAGO ROBUSTO E SI METTONO IN UN LUOGO ADATTO AD ASCIUGARE E STAGIONARE.

LA STAGIONATURA DIPENDE DAL TIPO DI PRODOTTO,COMUNQUE IN LINEA DI MASSIMA  SI DEVE RISPETTARE ALMENO UN PERIODO DI 4/5 MESI COME MINIMO FINO AD UN MASSIMO 12 MESI.

LA PRODUZIONE DI SALUMI ED INSACCATI SI FA' DI SOLITO A PARTIRE DAL MESE DI NOVEMBRE FINO A MARZO.

NEL PERIODO ESTIVO LA PRODUZIONE DEVE ESSERE PORTATA IN UN LUOGO BUIO E FRESCO ( CANTINA O ALTRO POSTO FRESCO).

 

AVVISO IMPORTANTE : SE AVETE DEGLI OSPITI SGRADITI COME TOPI E RATTI DOVETE METTERE IN ATTO QUESTO TRUCCO : PRIMA DI APPENDERE IL SALUME PRONTO PER LA STAGIONATURA  FAR PASSARE LO SPAGO  A CUI E' APPESO PRECISAMENTE IN MEZZO AD UN BUCO FATTO AL CENTRO DI UN DISCO DI METALLO O ANCHE UN PIATTO DI PLASTICA DURA IN MODO DA AVERE ALLA FINE IL SALUME APPESO CON SOPRA QUESTO DISCO O PIATTO CHE FARA' IN MODO DI NON FAR APPENDERE I TOPI O RATTI CHE POTREBBERE SCEDERE ATTACCATI AL FILO STESSO.

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LONZA 1  

UNA LONZA/coppa (CAPOCOLLO) APPENA PREPARATO ED APPESO.

 

FIOCCO1 

UN FIOCCHETTO DI SPALLA DI MAIALE LEGGERMENTE AFFUMICATO PRIMA DI APPENDERLO.

 

DUE PAROLE SULL'AFFUMICATURA : COME FARLA E CHE COSA OCCORRE.

 

L'affumicatura è un'antica tecnica di conservazione degli alimenti che oltre a farli conservare più a lungo conferisce loro un aroma particolare di legni e piante aromatiche molto gradevole.

Non a tutti piace l'aroma di affumicatura per cui solo chi ama questo trattamento può farlo tranquillamente a casa propria e gustare successivamente i prodotti trattati.

MATERIALI OCCORRENTI :

-  Un affumicatore  - che si può rimediare usando vecchi bidoni in acciaio o in metalli vari, a volte lo stesso camino con un paravento messo davani o certi barbecue che si trovano in vendita che hanno una cupola come coperchio

 

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Nel mio caso ho usato un vecchio contenitore per l'olio in acciaio perfetto per l'uso.

 

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- Pezzi ,rametti e foglie di legni aromatici in parte essiccati ed in parte freschi (Ginepro - alloro - rosmarino - salvia - vite - quercia - faggio - castagno - mirto - ecc.)

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alloro ginepro

 

- segatura di legni non trattati.

 

- attrezzi vari come palette di ferro,pinzoni,ventagli,stracci puliti,alcool,accendini,cartoni.

 

PROCEDURA :

 

SI riempie l'affumicatore con legni,foglie e segatura poi si accende cercando di non far sviluppare molta fiamma. Dopo un pò di tempo quando il fuoco e ben acceso si versa altra segatura muovendo con una paletta o altro per far prendere aria e piano piano comincerà a fare fumo.

A quel punto si mette nel contenitore ma non completamente dentro i pezzi già trattati in salamoia  sospesi legati con uno spago ad un bastone e si lascia il tutto ad affumicare. Di solito per avere una affumicatura leggera ma persistente bastano 10/15 minuti. Se si vuole un'affumicatura più marcata si lascia anche un ora o due. Se per caso strada facendo il fumo non è molto si aggiunge altra segatura e foglie all'interno dell 'affumicatore e così via.

E' chiaro che si può affumicare di tutto,dalle carni ai pesci persino formaggi.

 

Molte volte ho affumicato wurstel comprati dai miei figli ottenendo ottimi risultati. Provare pezzi di provolone ma anche provole intere.

 

Interessante e piacevole fare trote - salmoni ed aringhe affumicate a casa. Non ci crederete, sono di una bontà unica !

 

Fatevi preparare in pescheria dei filetti di trota salmonata o salmone o sarde puliti e spinati il più possibile

 

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             FILETTI DI TROTA FRESCHI E PULITI                                                                             FILETTI DI SARDE PULITI E SPINATI 

 

 

  

 salmone

   filetto di salmone                   

 

 

Questi tre pesci Si prestano benissimo alla salamoia e alla successiva affumicatura. In genere la marinatura dura dalle dodici alle sedici ore,al massimo 24 ore.La quantità di sale,zucchero e spezie è : 250 gr di sale - 100 gr di zucchero per kg. Spezie a piacere.

Successivamente vengono lavati dalla miscela della salamoia,puliti ed asciugati con stracci puliti e pronti per essere affumicati.  Dopo l'affumicatura ( 10/15 minuti),si appendono in luogo fresco e ventilato per un periodo che non è lungo ( da 7a 10 giorni ). Se piace ,prima dell'affumicatura possono essere speziati o spennellati di olio  di oliva e zucchero.

Molte volte durante la pulitura dei pesci capita che vi siano presenti le sacche delle uova , non le buttate mettetele in un contenitore con alcuni pizzichi di sale fino a lasciatele salare per un giorno poi in frigo. Si mantengono in frigo anche mesi ben chiuse. Sono ottime sul pane spalmato di burro!

 

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 UOVA DI TROTA.

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 FILETTI TROTA MARINATI,AFFUMICATI E STAGIONATI PRONTI PER L'USO

 Con la carne di manzo e di vitello si ottengono delle ottime bresaole procedendo come per la preparazione dei pezzi di maiale. Cambia solo il periodo di marinatura/salatura che deve essere di tre giorni per ogni kg di peso. Per partire con le preparazioni fatevi sempre preparare dal macellaio pezzi di manzo o vitello già puliti e messi in rete. Le parti migliori per fare bresaole sono : Girello - punta d'anca (Scamone) - fesa esterna di coscia (controgirello) - polpa varia magra pronta per arrosti. Controllate che non ci siano nervature o grasso all'interno o che i pezzi siano troppo fibrosi. In genere la stagionatura deve essere breve perchè le carni di manzo e di vitello magre con la salatura tendono ad indurire velocemente ( da 1 mese ad un massimo di 2 mesi ). ( pezzature fino ad 1kg = 1mese - pezzature di 1,5 kg = 1,5 mesi - pezzature di 2/3 kg = 2 - 2,5 mesi ).

 

Con la carne di tacchino si ottengono salumi pregiati. Vediamo quali pezzi si usano :

- Fesa (petto) messa sempre dentro la rete. 

- coscia intera o parte finale verso il piede (senza rete).

Una volta presi i pezzi che si vuol lavorare si procede come per i pezzi di maiale ( stesso tempo di marinatura/salatura e stagionatura - meno che per le bresaole di tacchino che tendono nel tempo ad indurire troppo quindi attendere massimo un mese )

Alla fine si ottengono rispettivamente : dalla fesa (petto) una squisita bresaola ,delicata dal colore rosa scuro,profumata.

Dal coscio un prosciutto eccellente color rosso scuro magro e profumato.

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 Una bella bresaola di tacchino a stagionare ed un'altra più piccola vicino.

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ALTRE BRESAOLE DI TACCHINO CON PAPRICA.

ALTRE PREPARAZIONI CON IL MAIALE.

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UNA BELLA PANCETTA TESA.

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UNA PANCETTA ARROTOLATA.

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SALCICCE A GRANA GROSSA AFFUMICATE.

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SALCICCE A GRANA MEDIA PRONTE PER L'USO.

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PROSCIUTTINO DI ANATRA.

prosciutto di tacchino stagionato

 

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 Altri tipi di prosciutti piccoli e medi che si possono fare e trovare in commercio :

 

 

 

 

prosciutto di oca

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Prosciutto di capra

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prosciutto di lepre

lepre

 

Prosciutto di agnello

 

agnello

Ce ne sono molti altri di prosciutti (compresi salumi,salciccie,soppressate,ecc.) di altri animali come cinghiale ,cervo, capriolo, ecc.ma che rimangono carni molto forti,di colore rosso scuro e che con il tempo tendono ad indurire molto.

 

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 Un cosciotto di capriolo Che fare ? farci un prosciuttino ? farlo al forno con le patate o uno spezzatino ? A voi l'ardua sentenza............

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CONCLUDENDO ECCO UNA CARRELLATA DI INSACCATI/PROSCIUTTI E &IMG 3283 FILEminimizer

 

ED ORA ,DOPO TUTTO QUESTO LAVORO SI MANGIA ... CON I NOSTRI PRODOTTI FATTI A CASA. BUON APPETITO , SI FA' PER DIRE......  UN BRINDISI A TUTTI VOI DI BUONA FORTUNA.

AI PROSSIMI POST SULL'ARGOMENTO.

 

 

 

 

 

 

                                                                                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN PO' DI CUCINA CINESE.

La cucina cinese ha praticamente invaso il mondo e anche in Italia è molto diffusa soprattuttto nei tanti ristoranti cinesi sparsi nel territorio. Chiaramente non è la vera cucina praticata in Cina sia per una questione di tradizioni filosofiche,sia per una questione di ingredienti,sia per una questione di quantità. Infatti è stata occidentalizzata ed aggiustata secondo le norme e i gusti dei vari paesi nel mondo. Chiaramente è una cucina che deve piacere , che và capita e apprezzata piano piano assaggiando di volta in volta le varie preparazioni.

 

Le caratteristiche principali di questa cucina sono :

 

1) - La facilità delle preparzioni (salvo piatti elaborati specifici);

2) - il costo contenuto degli ingredienti;

3) - L'abbinamento di colori e profumi;

4) - L'uso di materie prime strane e poco conosciute in Italia.

 

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Tipici antipasti Cinesi : ravioli di carne e pesce bolliti e tost di gamberi.

 

 Vediamo le varie tecniche di preparazione e cottura.

 

Taglio materie prime :

 

- A fettine sottili - a striscioline - a dadini - a rombi - a scaloppa - Triturazione molto minuta - a Fiore ( In particolare seppie ,calamari,gamberi e carni varie vengono incise  con tagli diagonali a zig e zag in superficie che poi durante la cottura si aprono come fiori).

 

 Cotture : Le cotture vengono fatte come segue : bollitura in acqua - a vapore - frittura in olio - cotture alla piastra e sul fuoco.

 

 Ingredienti di base : Carni di manzo , di pollo, di anatra , e relative frattaglie, pesci,crostacei,molluschi, verdure, riso , legumi ed altri cereali.

 

Alcuni tra i principali ingredienti e condimenti speciali che ora si trovano in ogni supermercato fornito di cucine etniche :

 

 

- Germogli di bambù : si trovano in scatola o vasetto di vetro di solito al naturale o in salamoia;

- Tofu : è un caglio di formaggio vegetale cinese a base di fagioli;

- germogli di soia : si trovano freschi o in scatola o in vasetto;

- Funghi secchi cinesi : si trovano in sacchetti ,i famosi Shitaki;

- Funghi secchi neri ( Cloud Ears ) aroma piccante;

- Polvere cinque spezie : miscuglio di anice stellato,finocchio,chiodi di garofano,cannella e pepe;

- Zenzero : si trova fresco come radice o pasta preparata ;

- salsa di ostriche : molto densa preparata con ostriche e salsa di soia;

- salsa di soia : molto conosciuta e si trova facilmente. ( molto saporita);

- Castagne di acqua : si trovano in scatola o in vasetti al naturale o in salamoia;

- Vino di riso : Preparato con riso glutinato ,molto secco e alcolico;

- Pasta di sesamo : molto aromatica e profumata;

- Pepe di Sichuan : ( Hua Chiao ) molto forte e aromatico;

- Salse varie di fagioli neri,rossi e gialli : vendute in pasta in barattoli;

- Capellini di soia : matasse semi trasparenti pronte per essere lessate;

- Taglierini : a base di farine varie e riso pronti per la corrura;

- alghe di ogni tipo;

 

Le verdure più usate : Sedano - Taccole - rape - peperoni - zucchine - carote - cipolla fresca - Bambù - fagioli - germogli di soia - Broccoletti - Piselli - funghi - zenzero.

 

Molto usati sono le varie tipologie di gamberi disponibili al mercato.

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CAPELLINI DI RISO.

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FUNGHI NERI SECCHI.

 

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ZENZERO E CIPOLLA FRESCA.

                                                       Alcune ricette cinesi.

Le ricette riportate sono per quattro persone.

RISO CANTONESE :

Ingredienti :

riso (possibilmente che tiene una buona cottura) 400 gr.

prosciutto cotto ( una fetta spessa) 80 gr.

uova 2

piselli fini 150 gr

Cipolla fresca 1(una)

olio di semi (quello che vi piace o gradite) per il soffritto 100 gr.

Sale q.b.

esecuzione :

 - Bollire il riso fino a giusta cottura (ognuno ha la sua )! Scolarlo e metterlo in una ciotola coperto.

- fere in una padella il soffritto con olio e cipolla fresca a pezzettini , dopo un minuto aggiungere il prosciutto cotto a dadini e far rosolare per 3/4 minuti.

- aggiungere nella padella del soffritto i piselli scolati e far cuocere per 10 minuti  facendo attenzione a non far attaccare al fondo il tutto.( se serve aggiungere un bicchiere di acqua),infine ( a parte ) rompete le uova e sbattetele in una ciotola e poi lentamente versatele nella padella girando velocemente con il cucchiaio fino ad ottenere l'effetto mimosa ( ossia tutti piccoli pezzetti di uovo gialli).

- Mescolate di nuovo il tutto che non deve essere acquoso ma nemmeno troppo asciutto e versateci dentro il riso già lessato.

- mescolate bene e vigorosamente,aggiungete il sale se serve e sempre a fuoco basso dopo 1/2 minuti togliete dal fuoco e versate in una nuova ciotola.

il riso cantonese è pronto.

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GAMBERI IN AGRODOLCE.

Ingredienti :

 - Gamberi sgusciati di media pezzatura 500 gr

 - Cipolla fresca 1 (una);

 - olio di semi 100 gr.

 - salsa agrodolce ( un barattolo in vendita già pronta ) 500/600 gr.

 - sale q.b.

ESECUZIONE :

 Fate soffriggere la cipolla a pezzettini in padella con l'olio di semi per 1/2 minuti , aggiungere i gamberi a far cuocere per 10 minuti. Aggiungere la salsa in agrodolce , mescolare bene e lasciare cuocere per altri 10 minuti. Controllare la densita della salsa nella padella ,se troppo liquida continuare a far cuocere , se troppo asciutta mettere un pò di acqua.

Se volete fare la salsa agrodolce da soli ecco il procedimento :

Fate appassire in padella con due cucchiai di olio di semi le verdure ( Zucchine,carote,sedano,verza,cipolla, una per tipo) tagliate a sottili striscioline per 5 Minuti, aggiungere la passata di pomodoro (500 gr.) fate rosolare per altri 10 minuti e infine mettere due/tre cucchiai di zucchero e mezzo bicchiere di aceto bianco. Mescolare,far sfumare l'aceto la salsa è pronta. L'agrodolce lo regolate da soli in base al vostro gradimento.

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FAGIOLINI CON CARNE :

E'  una ricetta che usa  :

600 gr . di fagiolini verdi

400 gr di carne di manzo o maiale macinata 

100gr di olio di semi

cipolla fresca (una )

sale q.b.

Procedura :

Lessare i fagiolini in acqua con un pò di sale. Al dente, scolarli e metterli in una ciotola coperti.

Fare il solito soffritto in padella con olio di semi e cipolla fresca e senza far scurire o bruciare la cipolla aggiungere la carne macinata.  Far rosolare per 10/15 minuti a fuoco basso. Aggiunger un pizzico di prezzemolo. Appena la carne è cotta e rosolata aggiungere i fagiolini, mescolare bene e far cuocere per altri 10 minuti circa. Aggiungere infine un pò di salsa di soia ed il piatto è pronto.

Questo piatto si può mangiare da solo o per condire capellini di soia o taglierini una volta lessati.

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Fase 1

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fase 2

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Polpettine di pollo  con carne di pollo macinata - verdure e funghi.

Ingredienti :

500 gr di carne di pollo macinata;

500gr di polpettine di pollo già preparate a parte

50 gr di peperoni verdi

50gr di carote

50gr di sedano

50gr di zucchine

50gr di bambù al naturale

50 gr di funghi freschi

100 gr di olio di semi

1 (una) cipolla fresca

sale q.b.

Procedimento : 

Fare il solito soffritto con la cipolla tagliata a pezzettini piccoli ,aggiungere la verdure tritate a pezzi e far rosolare il tutto per 5/6 miniti. Aggiungere la carne macinata di pollo e continuare la cottura per altri 10 minuti. Aggiungere  infine le polpettine di pollo e continuare la cottura per altri 15 minuti. Aggiungendo un pò di acqua se si asciuga troppo. Infine aggiungere salsa di soia , mescolare bene e il piatto è pronto.

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fase 1

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Fase 2

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Il piatto finito. Questa preparazione va bene sia mangiata da sola con riso bianco sia come condimento dei capellini o taglierini cinesi.

P.S. Le polpettine si fanno a parte con la carne macinata di pollo,un  uovo intero e poco pane grattato. Le dimensioni sono a piacere.

Pollo con bambù,funghi,mandorle e mais.

Ingredienti per quattro persone :

- Pollo 600 gr

- bambù in scatola : 200 gr.

- funghi cinesi : 50 gr. ( se non si hanno funghi cinesi, vanno bene anche i funghi del supermercato freschi).

- mandorle : un pugno

- Mais: una scatola 100gr.

- olio di semi : 100 gr.

- cipolla fresca : (una).

- un cucchiaio da minestra di farina di grano o maizena.

- sale : q.b.

ESECUZIONE :

In padella soffriggere la solita cipolla fresca ridotta a pezzettini per 2/3 minuti. Aggiungere il pollo ridotto a striscioline o pezzetti (senza pelle ed ossa ). Far cuocere per circa cinque minuti,abbassare il fuoco. Di seguito aggiungere il bambù,le mandorle ,il mais e i funghi cinesi fatti rinvenire prima in acqua calda e poi scolati ( se troppi grandi farne due pezzi). Mescolare bene e continuare a cuocere per altri 5/6 minuti. Controllare se il tutto è troppo asciutto e nel caso aggiungere un pò di acqua. Infine aggiugere piano piano la farina di grano o la maizena,mescolando continuamente per non creare grumi. Appena raggiunta una certa densità nella padella ( che è sempre soggettiva) il piatto è pronto.

Assaggiare sempre prima di portare in tavola,può darsi che non sia cotto perfettamente o che sia scarso di sale o troppo asciutto. Il pollo nelle ricette cinesi non viene mai cotto molto a lungo per il rischio che possa diventare duro e stopposo. Bisogna raggiungere la giusta cottura che proponga un pollo cotto,morbido ma non ancora crudo. e sinceramente questo non è proprio facile. Ci vuole esperienza.

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 Ecco il pollo funghi,bambù,mandorle e mais pronto per essere trasferito su una ciotola o vassoio.  Può essere insaporito con qualche schizzo di salsa di soia.Si accompagna bene con riso bollito bianco o riso alla cantonese o da solo.

Verdure con maiale :

Ingredienti per quattro persone :

- Carne di maiale (polpa di spalla o filetto) : 600 gr.

- Peperoni gialli,rossi e verdi;

- Sedano,carota e cipolla : 30 gr per ognuno;

- Funghi neri cinesi (10/12 pezzi)

- Olio si semi : 100 gr.

PREPARAZIONE : pulire le verdure. Tagliarle a striscie e a pezzi piccoli, sbollentarle per dieci minuti in acqua con un pò di sale. Togliere le verdure,scolarle e metterle da parte in una ciotola. Mettere i funghi secchi cinesi a bagno con acqua calda per quindici minuti. Scolarli per bene e metterli da parte. In una padella mettere l'olio di semi e la cipolla fresca tagliata a pezzettini, far soffiggere per 3 minuti ed aggiungere la carne di maiale. Far cuocere a fuoco basso per 30/40 minuti o comunque fino a quando la carne è ben cotta.

A qusto punto aggiungere le verdure sbollentate e i funghi e far cuocere ancora per 10 minuti.

Infine mettere il tutto in un contenitore in alluminio e passarlo al forno ben caldo (180°) per altri 10 minuti.

Portare a tavola ( togliendo la preparazione dal vassoio in alluminio) su di una pirofila già calda. Si adatta benissimo con il riso bianco o alla cantonese oppure con taglierini o spaghetti soia/capellini. Questo piatto può essere chiaramente anche mangiato da solo ed è  ottimo.

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CAPELLINI DI SOIA CON SALSA DI CARNE E VERDURE :

 

- CAPELLINI : UNA CONFEZIONE.

 

-SALSA DI VERDURE E CARNE COME ALLA RICETTA ( POLPETTINE DI POLLO E SALSA)

 

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ECCO IL PIATTO PRONTO. DOPO AVER LESSATO I CAPELLINI SI AGGIUNGONO ALLA SALSA CALDA,SI MESCOLA BENE E SI PORTA A TAVOLA.

Costine di maiale piccanti con salsa di verdure agrodolce :

Ingredienti :

- Costine di maiale ( 1kg.)

- Olio di semi (100 gr.)

- Cipolla fresca ( 2)

- peperoncino rosso piccante (media potenza) in polvere ( un cucchiaio)

- paprica dolce in polvere ( un cucchiaio)

- Mix di verdure ( carota-zucchine-sedano-pomodori non molto maturi-peperoni dolci)

- farina di grano (2/3 cucchiai)

- aceto bianco ( un bicchiere)

- zucchero (normale o di canna) ( 2/3 cucchiai)

- sale : q.b. 

Esecuzione :

Far soffrggere la cipolla fresca nell'olio di semi a pezzettini. Senza far bruciare la cipolla,aggiungere le costine di maiale,il sale e far cuocere a fuoco basso per 20/30 min. Aggiungere acqua man mano per non far bruciare il tutto. Intanto in un'altra padella fate rosolare le verdure ridotte a pezzettini molto piccoli  in un pò di olio di semi. Appena appassite,mettere mezzo bicchiere di acqua,il bicchiere di aceto,lo zucchero e la farina mescolando per bene per evitare grumi. Continuate a far cuocere e ridurre la liquidità della salsa fino a quando sarà bella densa ma non troppo. Assaggiate per controllare l'agrodolce che potete sempre correggere con l'aggiunta di aceto e zucchero. La farina ha solo l'effetto addensante. Unite la salsa alla costine e continuate a cuocere per altri 10 min. stnado attento che la preparazione non si attacchi al fondo o venga bruciacchiata. Ottime : il sapore piccante e agrodolce abbinato su una grassa costina!

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CUCINA & CUCINA

 

Premessa : Molte persone cucinano per dovere e molte anche per piacere. Le due cose unite sono sicuramente il massimo per chi si dedica alla cucina e alle persone che gusteranno quanto preparato. Certo di questi tempi tutti vanno di corsa e non c'è più tanto tempo per cucinare. Anche la crisi economica porta a ridimensionare gli acquisti sia qualitativamente che quantitativamente e soprattutto gli inviti.   Comunque  in tantissime case ogni giorno c'è sempre una pentola che bolle o un forno acceso indipendenmente da quello che si prepara e nei fine settimana e i giorni di festa speciali si ha più tempo e più cura in cucina per sedersi poi tutti insieme intorno ad una tavola imbandita per festeggiare e brindare. Ringraziando " chi " di dovere per avere sempre il cibo quotidiano in casa e la giusta salute per proseguire nel nostro viaggio terreno. MEK. 

due calici di vino rosso :alla salute.

 

Una nota : vedo nel WEB migliaia di siti di ricette ,cibo,prodotti enogastronomici, che ogni giorno pubblicano ricette di ogni tipo e genere : Ognuno è libero di fare quello che ritiene giusto ma penso che bisogna anche pensare ai milioni di persone che non hanno da mangiare e anche tra di noi in Italia moltissimi vanno nelle varie strutture di accoglienza CARITAS ecc. oltre ai vecchi pensionati che ridotti alla povertà vanno a rovistare nei cassonetti o aspettano dietro le cucine dei ristoranti. Insomma ....pubblicate meno ricette....e aiutate  le tante persone bisognose......come faccio io ed altri ...questa è la vera ricetta della vita !

N.B. non sono un filosofo ,nè un santo,nè un benefattore ma spesso cucino per chi ha bisogno e aiuto le varie organizzazioni.... mi sembra giusto e normale dar qualcosa anche agli altri.....ma credo che soprattutto in ITALIA questo non è recepito, anzi non esiste proprio...... saluti.MEK.

  

L’Assenzio 

 

Italiano

Il Decadentismo e i Poeti Maledetti

Francese

Charles Baudelaire et le poème “La Fontaine de Sang”

Ristorazione

Le bevande alcoliche

Diritto

L’assenzio oggi: Legislatura

 

quadro con il tema dell'Assenzio

 

L 'absinthe” di Edgar Degas (1875-1876)

Che cos’è:

 

L'assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica all'aroma di anice derivato da erbe quali i fiori e le foglie dell'assenzio maggiore (Artemisia absinthium), dal quale prende il nome. Pur essendo classificato come distillato, viene erroneamente definito un liquore, ma non lo è, perché l'assenzio è prodotto da una trasformazione a caldo tramite alambicco e imbottigliato senza l'impiego di zucchero. Essendo di colore verde (naturalmente o mediante l'uso di coloranti artificiali), l'assenzio si è affermato anche con l'epiteto Fée Verte (Fata Verde). Viene generalmente bevuto aggiungendo dell'acqua ghiacciata e/o dello zucchero. Questo tipo di preparazione è una parte importante, quasi una sorta di rito, per chi beve assenzio. In aggiunta alle foglie di assenzio, esso contiene semi di anice verde, semi di finocchio, issopo, melissa, artemisia pontica e diversi altri ingredienti che cambiavano da distilleria a distilleria. L'assenzio è prodotto per macerazione e diretta distillazione degli ingredienti. Successivamente, qualora opportuno, lo si colora con un'ulteriore macerazione di erbe tra cui l'artemisia pontica, l'issopo e la melissa. Sembrerebbe una tesi priva di fondamento quella secondo cui l'assenzio venisse in alcuni casi adulterato con oppio: non esiste alcun documento storico che lo confermi e nessuna ricetta storica che ne parli. Il contenuto alcolico è estremamente elevato per permettere alla clorofilla di restare stabile il più a lungo possibile (tra il 45% ed il 75%). Storicamente, c'erano 4 varietà di assenzio: ordinario, semi-eccellente, eccellente, e superiore o svizzero, l'ultima delle quali aveva un tenore alcolico maggiore rispetto alle altre. Il miglior assenzio contiene dal 65% al 75% di alcol. La notevole popolarità che l'assenzio ebbe durante il XIX secolo (grazie anche a prezzi relativamente contenuti e accessibili a tutti i ceti) portò i produttori di vini, cognac e whisky a iniziare una vera e propria guerra contro l'assenzio, guerra che fu prontamente accolta dai governi per poter porre fine al diffuso alcolismo, piaga del XIX secolo francese.Il tardo pomeriggio tra le 17 e le 19 divenne "l'ora verde" dal colore della bevanda, chiamata anche Fata Verde: era il momento della giornata in cui i parigini non rinunciavano ad una pausa dedicata al famoso liquore.

Assenzio: Splendore e oblio

L'Artemisia Absinthium o Assenzio è una pianta erbacea spontanea. Il nome è ispirato ad Artemide, dea della fertilità ed è una pianta perenne. La fama delle sue grandi virtù terapeutiche arriva da lontano: già nel 1600 a.c. esse sono citate in un papiro dall'antica civiltà egizia e, nei secoli successivi, ampiamente utilizzate dai Romani, Celti, Arabi, e più tardi anche dai medici del Medioevo. Di fatto, l’uomo acclamato come l’inventore dell’assenzio come lo conosciamo oggi era un medico francese chiamato Pierre Ordinaire, che nel 1792, dopo essere fuggito dalla Rivoluzione Francese, si stabilì a Couvet, in Svizzera, dove trovò l’erba assenzio maggiore. Come molti medici di campagna, egli preparava i propri rimedi e conoscendo l’uso dell’assenzio nei tempi antichi, iniziò a sperimentarlo. Dr Ordinaire distillò un forte liquore (68° Vol.) contenente assenzio, anice e svariate quantità di altre erbe comuni. Il suo assenzio divenne estremamente famoso come toccasana a Couvet e fu denominati già da allora "La Fée Verte". L’uso dell’elisir di assenzio e il vino miscelato all’assenzio risale a migliaia di anni di fa, ma Dr Ordinaire fu indubbiamente il primo a promuovere La Fée Verte, così come la bevanda divenne famosa nel XIX secolo. Durante questo periodo molte distillerie comparvero in Francia e in Svizzera producendo marchi diversi di assenzio. La storia continua e dalla fine dell'800, per tutta la Belle Epoque ed oltre ancora, l'Assenzio diventa un elemento fondamentale dello stile di vita Bohemien: dalla pianta viene ricavato un liquore fin troppo amato e celebrato dai più geniali e famosi artisti del tempo. A fronte di questo enorme successo, il declino dell'assenzio fu altrettanto rapido: scomparve da tutti i mercati d'Europa e d’oltre oceano in poco più di un decennio. Le ragioni di questo oblio possono essere: innanzitutto il forte movimento che si batteva contro l'alcolismo e che attraversò tutta l'Europa nei primi anni del Novecento e la pressione esercitata dai produttori di vino francesi preoccupati dalla crescente popolarità dell'assenzio. Ma l’assenzio non era solo una tremenda bevanda alcolica (ben 73 gradi ), era soprattutto una via per accorciare la vita. L’assenzio infatti contiene un alcaloide tossico capace di suscitare stati di allucinazione così cari a questi poeti, ma anche crisi epilettiche e cirrosi epatica. Per la sua pericolosità nel 1914 lo stato francese proibì la vendita dell’assenzio considerato una vera e propria arma suicida.

assenzio 2

 

Absinthe Drinker” di Viktor Oliva

La preparazione della bevanda

L'assenzio, originariamente, non veniva quasi mai bevuto puro, ma solo dopo essere diluito. In ogni caso poteva essere consumato anche non diluito.

Liscio: si beve direttamente come tale, preferibilmente servendolo in un bicchierino da liquore.

Rituale classico:Si versanel bicchiere una dose di assenzio, si appoggia un cucchiaino apposito, forato con una zolletta di zucchero sopra, e con una brocca, si fa gocciolare dell'acqua ghiacciata (5 parti per 1 parte di assenzio) sullo zucchero per stemperarlo dolcemente. L'acqua e lo zucchero hanno la funzione di diluire ed addolcire la proverbiale amarezza dell'assenzio. Tale preparazione venne via via canonizzata fino a definire un vero e proprio rituale, che prevedeva l'uso di appositi bicchieri e cucchiai forati. I tipici bicchieri d'assenzio erano in genere dei piccoli calici, eventualmente con una linea di livello per segnalare la giusta dose di liquore. L'assenzio bevuto in questo modo, rimane fresco e con un gusto dolce al punto giusto; inoltre, diventa bianco trasparente... diversamente, non è assenzio: questa è una proprietà degli alcaloidi dell'artemisia, ed è l'unico vero metodo per scoprire se quello che si sta bevendo è assenzio o un surrogato. Dopo aver fatto scivolare lo zucchero in fondo al bicchiere si deve agitare un po' e sorseggiare pian piano.

Rituale flambé: Al contrario del rituale classico ha una storia ben più recente e decisamente meno affascinante. Tra il 1990 e il 1995 a Praga iniziarono a diffondersi i primi surrogati d'assenzio (che d'assenzio avevano soltanto il nome) e poiché i baristi altro non sapevano se non che le leggende lo volevano come "la droga dei poeti maledetti" non fecero altro che prendere in prestito il rituale dell'eroinomane che scalda l'eroina sul cucchiaio e la adattarono all'assenzio. Il rituale flambé o bohemiènne: si mette prima di tutto il cucchiaino con lo zucchero sopra il bicchiere, si versa l'assenzio bagnando la zolletta di zucchero e successivamente avvicinandola al liquore. Fatto questo si incendia la zolletta in modo che il fuoco caramelli lo zucchero che gocciolando infiamma anche l'assenzio. Fatto caramellare per una quindicina di secondi si spegne il fuoco e si allunga la miscela con acqua. Questo metodo rende l'assenzio caldo e inebriante.

come si beve l'assenzio

 

Il 2001 è l'uscita di un famoso film, "la vera storia di Jack lo squartatore", che ha contribuito a consolidare un'altra delle leggende moderne in tema, ovvero che la bevanda fosse spesso bevuta con l'aggiunta di laudano. L’ispettore inglese Frederick Abberline è visionario antiproibizionista dedito all'oppio e all'assenzio. L’uomo che dà la caccia all’omicida di prostitute richiama una nota di tristezza e di lento declino verso l’oblio che lo rende indimenticabile. Il personaggio muore, vittima dell’assenzio e delle sue malinconie perdute.

una foto con l'attore John Depp nel film Jack lo squartatore che beve assenzio

 

Assenzio, fonte di ispirazione artistico-letteraria.

L'assenzio è noto per la popolarità che ebbe in Francia, specialmente a causa dell'associazione con gli scrittori ed artisti parigini del Romanticismo, alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX, fino alla sua proibizione nel 1915.

« Un bicchiere d'assenzio, non c'è niente di più poetico al mondo. Che differenza c'è tra un bicchiere di assenzio e un tramonto? Il primo stadio è quello del bevitore normale, il secondo quello in cui cominciate a vedere cose mostruose e crudeli ma, se perseverate, arriverete al terzo livello, quello in cui vedete le cose che volete, cose strane e meravigliose. »

Queste le parole di Oscar Wilde, artista estimatore e bevitore dell'Assenzio. Infatti l'assenzio fu l'ispirazione del modo di vivere bohemiènne ed era la bevanda preferita di artisti famosi come Vincent Van Gogh (pittore olandese dell’800), Toulouse Lautrec (pittore francese del tardo ‘800) ed Ernest Hemingway (scrittore statunitense del ‘900), che dichiarò di amare l'assenzio per i suoi effetti di far cambiare le idee. Essendo una bevanda che è sempre stata rinomata per la sua potenza, i gentiluomini di cattiva reputazione al Moulin Rouge erano famosi per servirsi dell'assenzio per convincere le signore a condividere le loro idee. Ma in che senso si può dire che questa bevanda può essere considerata come fonte d’ispirazione dell’arte e della letteratura? La risposta sta nelle opere degli artisti stessi. La “Fee Verte”, infatti, fu protagonista di numerosi quadri, poesie, racconti. Ma non fu solo questo. Con le sue proprietà allucinogene l'assenzio divenne ben presto, per innumerevoli artisti di fama mondiale, non solo una bevanda, non solo una droga da consumare: si trasformò in un vero e proprio veicolo attraverso cui poter partecipare ad immagini fantasiose, allucinate, surreali, talvolta meravigliose, di cui poi scrivere, dipingere, parlare. Difatti l'assenzio non è una droga vera e propria, ma è considerata tale a causa dei suoi effetti particolari:il moderato bevitore di vino tende all'allegria, alla socializzazione, il bevitore di birra ha una ubriacatura più profonda; il bevitore di assenzio è invece perso nelle sue fantasticherie, la sua creatività aumenta, e per questa proprietà esso divenne la bevanda preferita fra gli artisti. Non a caso Baudelaire, tra i più celebri consumatori di assenzio, dedicò un intero libro ai cosiddetti Paradisi Artificiali: i mondi immaginari creati dalle allucinazioni da droghe. Ma non è tutto oro quello che luccica il poeta Ernest Dowson, morto a 33 anni a causa dell'alcolismo, in una lettera scritta ad un suo amico commentava l'assenzio:

« In realtà è un errore invaghirsi dell'assenzio. Come alcol robusto, è inferiore al nostro vecchio scotch. Io stamattina mi sono svegliato con i nervi a fior di pelle e un alito pestilenziale. È estremamente nocivo per la pelle. Non ho mai avuto un aspetto così vizioso come questa mattina. »

L’ assenzio era il liquore prediletto dei poeti maledetti; Baudelaire e Verlaine probabilmente scrissero le loro le poesie più belle sotto i fumi del suo alcol. Con l'appellativo di Poeti maledetti (Poètes maudits o anche solo Maudits) si definiscono tutti quei poeti ai quali Paul Verlaine dedicò nel 1883 l'opera omonima. In realtà, nel senso originario dato da Paul Verlaine, "maledetti" significava semplicemente trascurati dagli onori pubblici. I poeti maledetti considerano la poesia come simbolo di una realtà superiore, dell'eternità, dell'infinito, come è chiaro nella Saison en Enfer di Rimbaud (Elle est retrouvè. Quoi? L'eternitè); oltre a quelli del simbolismo, si ravvisano nell'opera di questi autori anche i principali caratteri del decadentismo. La poesia è dunque un modo per cogliere l'essenza profonda della realtà, non quella che percepiamo, ma una più profonda ed in attingibile. Il poeta è il veggente in grado di rivelare questa realtà sconosciuta. I poeti maledetti sono celebri anche per l'abuso, intesto come "illuminante", che estende il campo dei sensi, delle droghe, tra cui l'oppio, il laudano e, più di tutti, l'assenzio, frequentano continuamente prostitute megeriche ed inoltre sono dediti normalmente al bere.

il manifesto del locale Chat Noir dove si beveva assenzio

Il decadentismo

Il termine “ Decadentismo” si riferisce ad un movimento letterario nato a Parigi negli anni Ottanta dell’800. Fu Paul Verlaine ad inaugurare la corrente tramite la formulazione del sonetto “Laungueur” (Languore), pubblicato sul periodico parigino “Le Chat Noir” il 26 Maggio 1883: la poesia esprimeva uno stato d’animo diffuso nella cultura del tempo, ovvero quel senso di disfacimento e decadenza, di perdita di ogni speranza e di compiacimento autodistruttivo che preparavano ad un imminente crollo della civiltà e della vita. Il Decadentismo si oppone fortemente al Positivismo. I Decadenti non credono più che la realtà è un insieme di fatti concreti, regolati da leggi meccaniche e invariabili, al contrario, il Decadentismo crede che la ragione e la scienza non possano dare una vera conoscenza del reale, perché l’essenza del reale è al di là delle cose, è misteriosa, ambigua, indecifrabile, e può essere compresa solo liberandosi di una struttura razionale di pensiero. Per questo il poeta decadente ricerca quegli stati di grazie e perdita di sé che gli permettano di entrare in contatto con l’assoluto e l’inconoscibile. Strumenti principi della conoscenza divengono gli stati abnormi della coscienza, come la l’allucinazione, la malattia, il delirio, la pazzia, il sogno e l’incubo. Per poter sfruttare tali stati, spesso i poeti li producono artificialmente: fanno un uso massiccio di alcool, assenzio e droghe come hashish, oppio, morfina, con la convinzione che tali sostanze amplifichino le facoltà umane e stimolino la creatività artistica.
Lo stato abnorme che crea un ponte tra il letterato e la Verità può essere raggiunto anche in un altro modo: con le cosiddette epifanie. Il termine greco “epiphanìa” significa apparizione e manifestazione, e allude alla genialità dei Decadenti che, senza alcun indizio, danno un’improvvisa importanza a dettagli che per la gente comune sono insignificanti, ma che si offrono ai loro occhi come messaggi provenienti dalla dimensione profonda delle cose.
Si ritiene che tutti gli aspetti dell’essere siano legati tra loro da una serie di rimandi e indizi, e tale rete può essere colta solo in un momento di abbandono, attraverso visioni ed illuminazioni, senza continuità e certezze. Ogni oggetto visibile è simbolo e allusione a qualcos’altro, qualcosa di più profondo e complesso: la realtà è una visione strutturata su una serie di corrispondenze. “Corrispondenze” è proprio il titolo di un sonetto di Baudelaire, pubblicato nella sua raccolta “Les Fleurs Du Mal” (I fiori del male)  del 1857, che, pur essendo di molto precedente alla nascita del Decadentismo, venne assunto in seguito come manifesto della tendenza stessa.
La rete di corrispondenze coinvolge anche l’uomo, che perde di consistenza e autonomia oggettiva e si trova a fondersi con il mondo: si ha un’unione tra soggetto e oggetto, tra “io” e “altri”, che perdono la propria identità. E’ questa la visione religioso-filosofica del Panismo ( dal greco “pan”, tutto) che auspica l’annullamento di ogni cosa in qualsiasi altra, di Dio o dello Spirito in ogni aspetto della natura e della materia, fino all’estrema credenza per cui ogni filo d’erba, fiore, nuvola sarebbero espressione di una natura assoluta e divina.
Vero nucleo della poetica decadente è la scoperta e valorizzazione dell’inconscio: esso non è studiato in maniera scientifica e razionalistica (come fece Freud con la sua psicoanalisi), ma è una specie di vortice in cui i Decadenti si lasciano annegare, con la speranza di poterci trovare dentro l’essenza della realtà e della verità.

Decadentismo: Due diverse concezioni

Concezione ristretta: Movimento letterario che nasce a Parigi in Francia nel 1883 che da origine ad una vera e propria scuola, con la pubblicazione del sonetto “Languore” di Verlaine (pubblicato sulla rivista “Le Chat Noir”)

Concezione ampia: Corrente di pensiero che si sviluppa intorno agli anni ’80 del 1900 e si diffonde influenzando gli autori successivi.

La visione del mondo decadente

Si rifà al romanticismo e porta a compimento alcune tematiche romantiche, si oppone al positivismo. La realtà non è quello che appare perché è solo un simbolo, la realtà sta dietro a quello che si vede, e per vederla occorre uno stadio alterato dei sensi e questo è possibile solo dai poeti, artisti e musicisti. L’intuizione, cioè l’inconscio è lo strumento attraverso il quale si può accedere alla realtà oppure vi si poteva accedere anche attraverso i vari stati d’alterazione dell’io come: la nevrosi, la follia, l’allucinazione, l’incubo provocati dall’alcol e dalle droghe. La realtà nel mondo decadente ha due forme:

Realtà fenomenica: realtà apparente.

Realtà noumenica: realtà vera e misteriosa.

1700, Kant distingue

Fenomeno: Realtà fenomenica apparente, unica conoscibile.

Noumeno: Essenza vera della realtà inconoscibile.

1800-1900 Schopenhauer

Fenomeno: E’ uguale a Kant.

Noumeno: Può essere conosciuto unicamente dal filosofo che solo in particolari circostanze per illuminazione improvvisa può sollevare il velo di Maya del fenomeno.

Il velo di Maya

Il punto di partenza della filosofia di Schopenhauer è la distinzione che lui attua fra il “fenomeno” e il “noumeno”. Distinzione chiaramente ripresa da Kant, ma che porterà Schopenhauer a conclusioni totalmente diverse da quelle kantiane. Per Kant infatti il fenomeno è la realtà stessa che in quanto tale deve essere analizzata, studiata ed essere fonte di conoscenza, “è la realtà come ci appare tramite le forme a priori che sono proprie della nostra struttura conoscitiva. In altri termini il fenomeno è l’oggetto della conoscenza in quanto condizionato dalle forme dell’intuizione (spazio e tempo) e dalle categorie dell’intelletto”. Se dunque il fenomeno è l’unica fonte di conoscenza, il noumeno rappresenta invece il “limite” oltre il quale non si deve mai andare in quanto altrimenti, secondo Kant, si cadrebbe nella metafisica e non più nella filosofia, è una sorta di promemoria che ci mostra i limiti della conoscenza.
Come detto anche Schopenhauer riprende questa divisione ma ritiene, al contrario di Kant, che l’unica realtà che il filosofo deve scoprire è quella del noumeno, la vera essenza che è mascherata del fenomeno. Egli ritiene infatti che il fenomeno sia solo illusione e parvenza, una sorta di sogno che copre e non mostra la vera realtà.
È quello che nell’antica tradizione indiana viene chiamato “velo di Maya”, ossia quel velo appunto che copre la verità, la maschera. 

<<E’ Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella rassomiglia al sogno , rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia , che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o che rassomiglia alla corda gettata a terra che egli prende per un serpente.>>

Proprio in seguito a queste considerazioni  Schopenhauer arriva a definire il compito del filosofo come quello di svelare la realtà, di scoprire il noumeno a questo velo ingannatore, da tutte le illusioni che lo coprono. 

Il Mondo come Volontà e Rappresentazione: Schopenhauer modifica leggermente questo concetto, definendo fenomeno l'illusione, la parvenza, separata attraverso il velo di Maya dal Noumeno, la vera realtà che si nasconde e che il filosofo deve scoprire (bisogna ricordare che Kant considerava i fenomeni più o meno veritieri visto che erano legati ad una realtà, anche se inconoscibile).

“Il mondo come volontà e rappresentazione” esprime, almeno in parte appunto questi concetti in quanto secondo Schopenhauer la rappresentazione è la stessa realtà in quanto essa è l'oggetto di conoscenza da parte del soggetto, infatti il filosofo afferma : tutto ciò che esiste quindi la conoscenza - dunque questo mondo intero - è solamente oggetto i rapporto al soggetto , intuizione di chi intuisce, in una parola , rappresentazione."  
Se riportiamo alla memoria la divisione kantiana tra fenomeno ( il quale è la realtà, l'unica realtà accessibile alla mente umana) e noumeno ( il quale è un concetto - limite che serve da memoria  critica per rammentarci i limiti della conoscenza ), possiamo notare come Schopenhauer faccia coincidere l'ambito della rappresentazione con l'ambito del  fenomeno kantiano. Dopo aver proceduto quindi in questa distinzione il filosofo vuole però cogliere anche la verità, il noumeno, l’essenza e squarciare il velo che la copre. L’unico modo per farlo, è cercare di coglierlo in modo intuitivo in quanto la verità è irrazionale e non può dunque essere colta con un ragionamento.  Proprio questo processo intuitivo, ci permette di coglierci non solo come mente, ma anche come corpo, all’interno del quale vi è la nostra essenza. Infatti la mente rimanda all’intelletto, i corpo invece ai nostri istinti. Infatti, proprio “ripiegandoci” su noi stessi ci rendiamo conto che l’essenza più profonda del nostro io è la “volontà di vivere” ossia un impulso incontrollabile che ci spinge ad agire e ad esistere. Secondo Schopenhauer però, affermare che l’essere  è manifestazione della Volontà, equivale a dire che la vita è dolore. Infatti volere significa desiderare, e quindi trovarsi in uno stato di tensione per la mancanza di qualcosa che invece si vorrebbe appunto possedere. Il desiderio dunque per sua definizione risulta mancanza di qualcosa, vuoto e quindi dolore. Proprio per questo gli uomini hanno creato delle menzogne, delle illusioni con le quali tentano di celare almeno in parte questa dura realtà. [A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione]

poeta maledetto francese

Charles Baudelaire

foto di poeta maledetto francese

Grand poète du XIXème siècle, Charles Baudelaire est connu pour sa vie de bohème. Auteur torturé, il publia de son vivant une seule œuvre, Les Fleurs Du Mal Ce recueil de poèmes fut condamné et censuré à sa sortie, car trop choquant pour la morale bourgeoise, avant de passer à la postérité. Baudelaire y met en lumière la dualité entre la violence et la volupté, le bien et le mal, la laideur et la beauté, l’enfer et le ciel.

Biographie d'un poète maudit


Né à Paris le 9 avril 1821, Charles Baudelaire n’a que six ans lorsque son père meurt. Il entre au lycée Louis le Grand à Paris. Baudelaire se fait remarquer par son caractère rebelle. Il commence à fréquenter le Quartier latin. En 1839, il est renvoyé de Louis le Grand mais obtient néanmoins son baccalauréat. Il choisit délibérément une vie de bohème. En juillet 1857, Baudelaire publie son oeuvre majeure : Les Fleurs du Mal. Ce recueil de poèmes est condamné « pour outrage à la morale publique et aux bonnes mœurs ». Baudelaire et son éditeur doivent payer une lourde amende. Une nouvelle édition est produite 1861, d’où sont supprimées six poèmes conformément au jugement prononcé. Une demande de réhabilitation des Fleurs du Mal devant la cour de cassation aboutira le 30 mai 1949, et annulera la précédente condamnation. Croulant sous les dettes, Baudelaire part en Belgique pour y donner des conférences. Dans un premier temps plein d’espoir pour ce nouveau départ, il est vite déçu par cette expérience. Il séjournera en Belgique de 1864 à 1866, date à laquelle le poète commence à avoir de sérieux problèmes de santé (syphilis, perte de la parole…).Il retourne à Paris en juillet 1866. Il s’y éteint un an plus tard, à l’âge de quarante-six ans, des suites de la syphilis, de l’abus d'alcool et autres drogues. Baudelaire, qui a mené une vie en totale opposition avec les codes moraux de son époque, est l’image même du poète écorché vif. Non reconnu de son vivant, le poète  en tira une profonde tristesse. Il sera ensuite acclamé par ses successeurs : "le vrai Dieu" selon Rimbaud, "le premier surréaliste" pour Breton ou encore "le plus important des poètes" pour Valéry. Ses œuvres inaugurent la modernité en poésie.

 

assenzio 8

 

La Fontaine de Sang


Il me semble parfois que mon sang coule à flots,
Ainsi qu'une fontaine aux rythmiques sanglots.
Je l'entends bien qui coule avec un long murmure,
Mais je me tâte en vain pour trouver la blessure.

À travers la cité, comme dans un champ clos,
Il s'en va, transformant les pavés en îlots,
Désaltérant la soif de chaque créature,
Et partout colorant en rouge la nature.

J'ai demandé souvent à des vins captieux
D'endormir pour un jour la terreur qui me mine;
Le vin rend l'oeil plus clair et l'oreille plus fine!

J'ai cherché dans l'amour un sommeil oublieux;
Mais l'amour n'est pour moi qu'un matelas d'aiguilles
Fait pour donner à boire à ces cruelles filles!

Le bevande alcoliche

« L'uomo non sperimenterà mai la vera felicità a meno che non sia ubriaco. »

(Schopenhauer)

 

le bevande alcoliche

Sono così denominate perché contengono percentuali di alcol derivante dalla fermentazione degli zuccheri. Tali bevande vengono così classificate:

-Bevande alcoliche fermentate

-Bevande alcoliche distillate

-Bevande alcoliche liquorose

Le bevande alcoliche fermentate si ottengono tramite fermentazione alcolica degli zuccheri contenuti nei frutti o nei cereali (ad esempio il vino dall’uva o la birra dall’orzo). Le bevande alcoliche distillate si ottengono dalla distillazione di mosti fermentati di frutta o di cereali. Si tratta di bevande ad alto contenuto alcolico, che vengono commercializzate con denominazioni tipiche in base al prodotto dal quale si ricavano. Le bevande distillate si distinguono in:

-Alcoliche: da vino, vinacce, fecce.

-Alcolizzabili: da materie zuccherine e amidacee.

Esempi di distillati che appartengono alla categoria delle bevande alcoliche sono: brandy, cognac, armagnac, grappa, acquaviti. Sono, invece, esempi di distillati alcolizzabili: scotch, whisky, rum, vodka, gin. Le bevande alcoliche liquorose si distinguono da quelle distillate sia per la modalità con cui vengono preparate, sia per la loro composizione chimica, generalmente più povera di alcol e più ricca di zucchero. Si ottengono dall’aromatizzazione dell’alcol etilico oppure dalla mescolanza di alcol con 1 o più bevande alcoliche, il loro contenuto di zucchero minimo è di 100 gr per litro. Si raggruppano in:

-Al succo di frutta: quando al liquore viene aggiunta una componente di succo di frutta fresca non inferiore al 12 %.

- All’aroma di frutta: quando il liquore viene caratterizzato dal sapore e dall’aroma del frutto.

-D’erbe e di radici: quando sono prodotte per infusione o distillazione di erbe.

-Emulsionante: quando contengono sostanze grasse

Vi sono anche liquori all’uovo, al miele, alle creme (questo tipo di liquori deve contenere un minimo del 80 % di zucchero per litro).

Le mescolanze alcoliche:

Con il termine mescolanze alcoliche intendiamo le bevande, costituite da diversi ingredienti, che hanno una sostanza alcolica come base. Vengono comunemente denominate con il termine drink e si distinguono in: short drinks, long drinks, e hot drinks. In base al momenti in cui vengono consumate si classificano in:

-Aperitive: dal gusto secco, amabile, atte a stimolare l’appetito.

-Digestive: Dal gusto secco o amabile aromatizzate nella maggior parte dei casi con estratti d’erbe.

-Dissetanti: Miscele lunghe dissetanti di natura alcolica e non.

L’assenzio oggi

 

assenzio 10

La famigerata bevanda del XIX secolo fu messa al bando nel periodo della monarchia italiana e rimane tuttora illegale in quasi tutta Europa e negli USA. In Italia, dove la pianta cresce abbondante e diffusissima, è nota come assenzio maggiore e, come erba officinale medicamentosa, è vendibile solamente dal farmacista in farmacia. Le leggi di riferimento sono due:

TESTO UNICO DELLE LEGGI DI PUBBLICA SICUREZZA RD 18 Giugno 1931, n. 773 TULPS - pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 26 giugno 1931, n. 146.

Art. 105 - (art. 103 T.U. 1926) Sono vietate la fabbricazione, l'importazione nello Stato, la vendita di qualsiasi quantità ed il deposito per la vendita del liquore denominato in commercio "assenzio". Salvo quanto è stabilito dalle Leggi sanitarie, sono escluse da tale proibizione le bevande che, avendo un contenuto alcoolico inferiore al 21% del volume contengono infuso di assenzio come sostanza aromatica.

L'esclusione della proibizione per gradi alcolici inferiori al 21% in volume permette, per esempio, di commercializzare l'amaro Lucano, composto da 9 erbe: angelica, ruta, assenzio, salvia, sambuca, timo, centaurea minore, ginepro, genziana maggiore. Accanto a questo amaro certamente innocuo, è possibile trovare in commercio l'assenzio ad alta gradazione alcolica. Questo liquore, come qualsiasi altro liquore non può essere venduto (né prodotto) in farmacia, ma forse lo si potrebbe trovare da qualche disinvolto rivenditore di liquori. Per capire come sia possibile, occorre partire dalla Francia, dove nonostante il divieto interno, è possibile vendere in altri Paesi l'assenzio prodotto, perché quando il divieto fu messo in atto nel 1915 il Governo francese lasciò in vigore una licenza per la sola esportazione, in modo da permettere lo smaltimento dei fiumi di assenzio rimasti dopo il divieto.

Nel 1910 furono venduti in Francia trentasei milioni di litri di assenzio. Le cifre di vendita annuali salirono a duecentoventi milioni di litri nel 1912, ma entro il 1915 tale cifra crollò a zero, poiché l'assenzio divenne una sostanza proibita. In Italia, la monarchia aveva vietato l'assenzio dopo un referendum nel 1931; ma, nel 1998, i proprietari di La Fée avevano constatato che il Diritto dell'Unione Europea avrebbe consentito la vendita dell'assenzio nel Regno Unito. Continuando le loro ricerche, ottennero l'emissione del decreto legislativo dell'Unione Europea DL 25.01.92 N. 107 (Specificazioni concernenti gli aromi destinati ad essere impiegati nei prodotti alimentari ed ai materiali di base per la loro preparazione - G.U. n°39 del 17.2.92), che - a dispetto di un articolo di legge non abrogato - sembra consentire la vendita dell'assenzio in Italia (in e-commerce), per soddisfare la libera circolazione delle merci in ambito U.E.

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