Dai vecchi diari " quel poco che resta":
UN GIORNO DI NEVE:
L'aria nella camera da letto sembrava molto fredda e appena sveglio guardavo dritto verso la finestra ma era ancora buio,solo la luce dei lampioni filtrava tra i buchi delle persiane.
Ecco sono le 6.45 , la solita ora alla quale dovevo essere già in piedi per prepararmi ed andare poi a prendere la corriera per andare a scuola.
Ma quella mattina ero intorpidito e non riuscivo a scendere dal letto.
Certo sotto le calde coperte si stava bene. Mentre stavo rannicchiato aspettando proprio gli ultimi secondi per alzarmi notai il grande silenzio che c'era. Come mai non si sentivano le persone camminare e parlare nella strada e nemmeno sentivo le auto passare ? Il silenzio era troppo irreale per cui di scatto mi alzai e giunto alla finestra rimasi sbalordito e stupito. Non ci credevo, fuori era tutto bianco,tutto ammantato e fitti fiocchi di neve scendevano sulla luce dei lampioni. Stava nevicando per bene e la neve in giro era già tanta.
Subito andai a svegliare i miei genitori e anch'essi si avvicinarono alle finestre per vedere.
Una gioia incontenibile mi assalì e in quella particolare euforia tornai a letto pensando che quel giorno la scuola non ci sarebbe stata. Appena chiusi gli occhi già mi vedevo a correre e giocare sulla neve insieme ai miei compagni. Così mi addormentai sorridendo dolcemente senza riuscire a capire se quanto accadeva fosse reale o fosse solo un bel sogno in un freddo mattino d'inverno.
da un bambino di nome MEK.