Un piccolo racconto che mette in luce il mio amore per la neve anche se in molte occasioni è stata dura convivere per tanti giorni  con il suo gelido abbraccio.

 

5 Dicembre 1990.

 

Dopo anni di assenza torna inaspettata la neve.

Già la si immaginava guardando il cielo grigio chiaro uniforme e il freddo tagliente sul viso.

I tetti che sono sempre i primi ad accoglierla si sono lentamente e silenziosamente imbiancati.

Sofficemente poi,man mano,tutto il resto si copre di bianco.

Giochi festosi di gelide farfalle nell'aria pungente.

 

Ci sono dei bambini che guardano i fiocchi cadere dal cielo e chiedono ai loro genitori se possono prenderli.

Atmosfera fantastica,rumori attenuati. Il tempo ancora una volta per un attimo si è fermato!

 

MEK. 

Dai vecchi diari : " quel poco che resta" :

 

Tempesta : 

 

pioggia

 

Sibili di vento ora lontani ora vicini si avvertono vicino al focolare.

Scendono dalla cappa del camino e scuotono la fiamma della legna che arde.

Aria di tempesta fuori.

Ululati  e voci grottesche nell'aria.

Scrosci di pioggia sui tetti e sui vetri rigati dalle gocce come lacrime su un viso.

Ci si stringe l'uno con l'altro, quasi a confortarsi e a domandarsi se la vera tempesta è là fuori o dentro di noi.

MEK.

 

foglieIn ricordo di Angelo Pezzera , cittadino di Sant'Elpidio a Mare nelle Marche

Una persona semplice che voleva essere libera di vivere e parlare delle sue fantasie e dei suoi momenti di vita. Un poeta che ora non c'è più....finalmente ha raggiunto la sua libertà tanto voluta!

Vi posto l'unica piccola poesia che avevo di lui,scritta a macchina su di un foglio oramai giallo che praticamente parla della morte ,forse la sua.

" La foglia si è appassita, è caduta perchè il suo tronco non la poteva più sostenere.

Il tronco aveva consumato tutte le sue radici ormai infrante dal troppo lavoro sostenuto.

Povera foglia !

Hai vissuto fino all'ultimo momento con la speranza che il tuo piccolo ramoscello ti sostenesse : Ma il vento l'ha spezzato!"

Angelo Pezzera.

Un Ricordo.

finestra

 In una strada del paese,quando passavo proprio in quel punto,

in lontananza ,appena,appena nascosta tra le altre case vedevo casa mia.

Negli oscuri pomeriggi d'inverno si intravedeva la tenue luce della cucina dove c'era mia madre con il fuoco acceso che ci aspettava.

Anche ora dopo tanto tempo passo ancora in quella parte del paese ma la luce nella cucina non è più accesa e il cuore si riempie di tristezza! Mek.

Dai vecchi diari " quel poco che resta":

UN GIORNO DI NEVE: 

 

P1010672

 

L'aria nella camera da letto sembrava molto fredda e appena sveglio guardavo dritto verso la finestra ma era ancora buio,solo la luce dei lampioni filtrava tra i buchi delle persiane.

Ecco  sono le 6.45 , la solita ora alla quale dovevo essere già in piedi per prepararmi ed andare poi a prendere la corriera per andare a scuola.

Ma quella mattina ero intorpidito e non riuscivo a scendere dal letto.

Certo sotto le calde coperte si stava bene. Mentre stavo rannicchiato aspettando proprio gli ultimi secondi per alzarmi notai il grande silenzio che c'era. Come mai non si sentivano le persone camminare e parlare nella strada e nemmeno sentivo le auto passare ? Il silenzio era troppo irreale per cui di scatto mi alzai e giunto alla finestra rimasi sbalordito e stupito. Non ci credevo, fuori era tutto bianco,tutto ammantato e fitti fiocchi di neve scendevano sulla luce dei lampioni. Stava nevicando per bene e la neve in giro era già tanta.

Subito andai a svegliare i miei genitori e anch'essi si avvicinarono alle finestre per vedere.

Una gioia incontenibile mi assalì e in quella particolare euforia tornai a letto pensando che quel giorno la scuola non ci sarebbe stata. Appena chiusi gli occhi già mi vedevo a correre e giocare sulla neve insieme ai miei compagni.  Così mi addormentai sorridendo dolcemente senza riuscire a capire se quanto accadeva fosse reale o fosse solo un bel sogno in un freddo mattino d'inverno.

da un bambino di nome MEK.   

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